mardi 21 mai 2013

Le Jardin de Délices


Dans quelle planète je me suis perdu ! je n'avais pas mis sur ce blog le lien vers la somptueuse et génial webapp que m'a fabriquer Fil. Un programme sur mesure pour le Jardin des Délices, mon dernier tableau de digestion. Le dessin est accompagné d'une série de très belles photos de Guillaume Barou sur la fabrication des deux panneaux latéraux, de la plus part de mes images référentes ainsi que quelques dessins préparatoires. 

NB : Si vous avez des tablettes ou smartphone, je vous signale que l'appli est téléchargeable sur vos appareils.

Bonne promenade à vous.

mercredi 17 avril 2013

LA CIVILIZZAZIONE. GIU', O IO, A GIACERTI COL TUTTO. MAD MEG.

Mad Meg, Le jardin des délices, 2004 - 2013,
inchiostro di china su carta, cm.166,5x 300,5 (dettaglio)


LA CIVILIZZAZIONE. GIU', O IO, A GIACERTI COL TUTTO. MAD MEG.

04-05 / 24-06-2013

inaugurazione sabato 4 maggio h.18.30 con introduzione critica di Gian Ruggero Manzoni


“All'osteria ho avuto un sogno. Il guardiano di uno zoo faceva girare in cerchio delle creature umane di pelle bianca finché non cambiavano colore, senza alcuna fretta. Quindi spalancava le mandibole di ciascuna e urlava: Lo spirito o la vita – è passato il tempo in cui lo spirito si realizzava nella vita. - Chi sarebbe lo spirito? Domandò una di loro, in un rantolo. Quello che ti sta parlando! fu la risposta – No, non vogliamo arrivare a tanto, ci sarà anche del vero, ma qui si impongono delle legittime riserve. - Mandibole richiuse, - e riecco l'immagine di un mondo naturale! Allora, fra i denti di nuovo serrati, un'altra sibilò: non hai nemmeno un po' di misericordia, un po' di umanità? E pensare che gli uomini vorrebbero tutti essere migliori e più buoni. - La risposta fu: La misericordia non mi è compagna. Andate a chiedere misericordia a quelli che fin qui vi hanno condotto, chiedete misericordia a voi stessi, che vi siete lasciati condurre, chiedetela alla vostra bassezza e cupidigia. Di continuo vi sono state dette parole che vi mettevano in guardia dalla vita. Di continuo arrivava quell'altra realtà ed erigeva davanti a voi le sue immagini – in forma umana, persino in forma umana! […] L'avete adorata? Ne avete avuto cura? Vivere, volevate, vivere la vostra bianca vita di pienezze e realizzazioni […] - adesso non è più tempo di misericordia, adesso è tempo per la notte.”
(Gottfried Benn “Romanzo del fenotipo”, Adelphi)


CONCEPT
Gasparelli
Arte Contemporanea
via Arco di Augusto 74 Fano 61032 Italia
T. +39 0721 820533 / C. +39 340 4751641

vendredi 29 mars 2013

L'Ecole d'Athéna


Je viens d'ouvrir un nouveau blog, dédié à un nouveau projet de dessins.

mercredi 27 mars 2013

AH! LA VITA BAROCCA PLURIFORME, A TRADIMENTO MI TITILLA PIANO.

LE VERNISSAGE

photo. madmeg

L'EXPOSITION

photo. Paolo Semprucci,
courtesy Gasparelli Arte Contemporanea - Fano
photo. Paolo Semprucci,
courtesy Gasparelli Arte Contemporanea - Fano



L'ACCROCHAGE

photo. Eliane Gervasoni

photo. Eliane Gervasoni

photo. Eliane Gervasoni

photo. Eliane Gervasoni

photo. Eliane Gervasoni






lundi 18 mars 2013

exposition à Fano les 23 et 24 Mars




AH! LA VITA BAROCCA PLURIFORME,
A TRADIMENTO MI TITILLA PIANO.

“Mentre la Luna […] è considerata come l'astro dell'umidità e della generazione, il Sole […] è visto come l'astro della morte, che 'col suo fuoco ardente e prosciugante non solo surriscalda la terra e dissecca gli esseri che crescono e i germogli della vegetazione, ma rende anche assolutamente inabitabile la maggior parte della terra col suo calore divorante'. Mentre le opere della Luna traggono origine dalla ragione e da una elevata saggezza 'quelle del Sole, al contrario, sono colpi messi a segno dalla violenza e dalla forza'. E' a mezzogiorno che il Sole è più nocivo, perché in quel momento fa scaturire dalla melma e dal fango miasmi pestilenziali ed esalazioni venefiche”.

Contrariamente alla tradizionale trasmissione di valori simbolici connessi ai fatti di luce e ombra, Roger Caillois nel suo saggio “I demoni meridiani”, appoggiandosi a fonti storiche, citando Plutarco, ne capovolge il significato, cosicché, nell'ambito del luminoso, è su tutto l'apparato positivo che appaiono insospettabili crepe e dubbi.

Gli artisti invitati attraversano da protagonisti questi estremi simbolici.

L'opera pittorica di Angela Maltoni (Forlì 1979) è testimone esemplare dell'opposizione emergente nel pieno bagliore, quando il corpo, turgido, eludendo una più classica tradizione di effusioni armoniche con la natura, si fa involucro intollerante alle seducenti lumeggiature, che si contraggono in scaglie petrose.

L'inerzia chimica della ceramica, materiale distintivo della scultura di Giacinto Cerone (Melfi 1957, Roma 2004) sembra frenare il processo degenerativo delle forme, nella scelta consapevole dell'autore di non lasciarsi circuire dagli appetiti tattili. Restano le spoglie di esperienze vitali.

I connotati della ceramica e i suoi rimandi metaforici, sono provati anche nel lavoro dell'artista Mattia Vernocchi (Cesena 1980), non più nel caso plastico, indotto da Cerone al logorio, quanto nell'assemblaggio con materiali incongrui che scuotono la sua tradizionale inerzia (non solo chimica), tanto che essa ci appare agglomerarsi e slittare, brancolare nelle trame del filo di ferro. Resta un fondo di instabilità alla luce del sole.

Quest'ansia diurna viscosa sfuma nel pattern disegnato a grafite su tela da Federico Guerri (Cesena 1972), con la sua dominante razionale e la sua estesa mappatura, in riduzione, più che del colore del mondo, del suo sistema nervoso.

Jacques Toussaint (Parigi 1947), anch'esso privilegiando la ripetizione di un modulo spaziale, più che adottare un filtro logico come anestetico esistenziale, sembra conservare lo stupore della misurazione, tale che è perfettamente congruo al senso dell'astro notturno.

Eliane Gervasoni (Basilea), con la sua serie ad inchiostro bianco su cartone nero rappresenta la metà esatta, il centro equidistante, “è il cuore della tenebra”, “è nel sole di mezzanotte”, essa afferra la coscienza e la contraddistingue, le pone la domanda e depone la risposta. La sequenza che disegna è la stessa  quadratura del cerchio, la figura piana con gli angoli smussi assume la rotazione della sfera. Siamo questo e quest'altro.

Nell'opera di Mirco Tarsi (Ostra Vetere 1974), la costante linguistica della dentatura, frana con la polisemia del risultato raggiunto. E' lo stesso esibizionismo del morfema ad escludere l'interpretazione univoca nella direzione di formule astraenti. Scelto un particolare anatomico con il suo carico simbolico come arco strutturale, pesa, nel codice assunto, anche ciò che dal simbolo è lasciato dietro, sostituito. L'intuizione devasta i sistemi convenzionali con funzioni di linguaggio. L'alfabeto deputato a dire è soffocato per queste ombre in ripiegamento. 
Morena Chiodi (Jesi 1975) non sceglie di sclerotizzare l'espressione, la sua è una ricca felicità immaginativa per la quale si potrebbe parlare di buoni propositi, di istanze fertili, se non fosse che questa pienezza dissimula una estraneità: ciò che entra in circolo nella dinamica percettiva della psiche non è più il flusso di informazioni ricevute dai sensi, che vanno in congestione di dati, ma dati generati e partoriti nelle forme. Il vissuto arrovellandosi senza spuntare concetti e proprietà.

Affine è il gene creativo di Verter Turroni (Cesena 1965) con in più l'imprevedibilità accesa dell'immaginario, in continua ossigenazione del circuito chiuso della visione. Alla contestata realtà, egli concede l'uso di cose che hanno un nome, recuperabili ingredienti di formulazioni più alte.
Emissario in movimento tra gli estremi simbolici degli astri sogna che “Dioniso finisca e trovi pace ai piedi del sereno dio di Delfi”.

Di segno opposto è la poetica di Mad Meg (Parigi), interrogativa verso l'autonomia del sistema (la misura aurea che l'arte concepisce in antagonismo alla vita), i cui meccanismi autoreferenziali vengono esasperati attraverso un elaborato citazionismo, anche testuale, asfissiante e accanito nel reintegro, simultaneo e livellante, di prodotti spirituali e del materiale attorno. Alla sua indecisione su quale dio deporre: l'ingorda vita o il pallido artificio delle immagini, i commissari prendono posto e parola: “occorre essere molto per non esprimere più nulla”.

Immagine finale: immagine video di Cristiano Carloni (Fano 1963) e Stefano Franceschetti (Pesaro 1966): “balza e corre, rivolo sanguigno”, ore raminghe, alle spalle la vita, eccetto che la vita delle forme: “ siamo una momentanea coemergenza di fenomeni, nel momento in cui siamo identificati con questa esistenza individuale nasce il desiderio, nasce il movimento, con cui l'essere individuale vuole sopravvivere e nutrirsi. Nel momento in cui ci distacchiamo da questo, possiamo contemplare il mistero, ciò che viene prima di tutto questo. Ma ci dice Lao Tze, che questi due sorgono insieme. Questo viaggio che noi ci facciamo nell'esistenza individuale è parte intrinseca del processo. La ricchezza dell'essere incarnati come essere umano è, essere queste due cose nello stesso tempo, Oceano e Onda.”

CONCEPT
Gasparelli
Arte Contemporanea
via Arco di Augusto 74 Fano 61032 Italia
T. +39 0721 820533 / C. +39 340 4751641

vendredi 15 février 2013

Le minerai de chaire

“Le minerai ou minerai de chair utilisé pour la fabrication des viandes hachées correspond exclusivement à des ensembles de muscles striés et de leurs affranchis, y compris les tissus graisseux y attenant, provenant de viandes fraîches découpées et désossées, réfrigérées, congelées ou surgelées, répondant aux spécifications prévues par le Code des usages.” 


jeudi 7 février 2013

lundi 28 janvier 2013

vendredi 25 janvier 2013

Evolution convergente



Le ver du fumier
Eisenia foetida 



Un gymnophiones, amphibiens aux pattes atrophiées. 
Chikila fulleri
 

Un petit serpent de la famille des Typhopidae
Typhlops vermicularis 


Un lézard sans pattes de la famille des Amphisbaenidae
 Amphisbaena slevini

Rabbit

Henri Guillemin - La commune

Appel à la manifestation en faveur du mariage pour tous dimanche 27 janvier


Mariage pour tous: manifestation le 27 janvier par lepartidegauche
Départ de la manif pour les parisiens, 14h place Denfert-Rochereau

Cardigans pour poneys

Grille-pain hanté & matérialisation de concentré de tomates


&

Pacifisme carnivore en Alaska

Le code Maya enfin déchiffré

La mémoire perdue de l'Île de pâques



 

 

Réalisateur : Thierry Ragobert
Producteurs : ARTE FRANCE, GEDEON PROGRAMMES

Nouvel encrier, nouvelle année.

Squirrel Trap


Condylura cristata


Sérieuse barbapapa



"This Land Is Mine" par Nina Paley



Voici la dernière réalisation de Nina Paley. J'avais parlé d'elle pour son œuvre précédente "Sita sings the blues".

Life of Oceans. Deep mysteries

Une vie de champignon

The Roentgens' Berlin Secretary Cabinet

Melanocetus johnsonii





Galemys pyrenaicus


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jeudi 24 janvier 2013

Bactérie < Pollène < Acarien


The Garden of Error and Decay

The Garden of Error and Decay tells the continuous story of current world disasters. In addition to the author Twitter users and stock exchange information influence the story telling. Every time a disaster related topic is discussed in Twitter it becomes displayed in the form of an animated pictogram. Users have the opportunity to either eliminate or multiply the disaster scenes with a shooting devise. However, it is not the user that has the power to decide what really happens. Like in real life everything is driven by stock exchange dynamics, these dictate whether it goes up or down. In that sense this innovative moving image format is something like a real-time data driven narrative. This project is not a film, not a game, and not a nonlinear interactive story.

The work problematizes the relationship between the individual and global events. Garden of Error and Decay function as an allegory of the impotence of the citizen when confronted with superordinate facts, which have reached such a degree of abstraction that they are not comprehensible or modifiable anymore, although they are real and determine everybody's life.

Created by Michael Bielicky & Kamilla B. Richter in collaboration with Michael Dinkelaker & Lorenz Schwarz

Via : SeenThis

lundi 7 janvier 2013

Somniosus microcephalus

Le requin du Groenland est le seul de la famille des Squalidae à fréquenter les eaux glacées de l’Atlantique Nord au-delà du cercle polaire. C’est le deuxième plus grand requin carnivore, après le requin blanc, pouvant mesurer plus de sept mètres et peser plus d’une tonne. Appelé skalugsuak par les Inuits, il porte plusieurs autres noms tels que : laimargue atlantique, requin de fond, requin des glaces, ou même requin dormeur tant il offre peu de résistance lors de sa capture. Cette impression de somnolence est d’ailleurs rappelée par son nom scientifique Somniosus microcephalus.

La chair du requin des glaces n’est comestible qu’après une préparation fastidieuse. Elle contient un composé neurotoxique, ainsi qu’une forte teneur en urée, nécessitant lavage et séchage avant consommation. Lors des pêches, seuls le foie et l’huile sont conservés.
Les chiens qui mangent de la chair crue donnent l’impression d’être ivres et les Inuits disent d’une personne sous l’emprise de l’alcool qu’il a la "maladie du requin". Ils utilisent sa peau de la même façon que le cuir, et ses dents très tranchantes pour en faire des couteaux à cheveux.

Longtemps pêché dans l’Atlantique Nord et l'Arctique pour le commerce de l’huile extraite de son foie, riche en vitamine A et en squalène, ce grand prédateur est actuellement considéré comme espèce "quasi menacée" par l’International Union for Conservation of Nature. Bien que le requin des glaces ne représente plus aujourd’hui un intérêt commercial important, des mesures de protection ont néanmoins été prises, limitant sa capture.


Ateleopus tanabensis

Siphonophore


Ce gigantesque siphonophore fait partie de la famille des Rhizophysa. 
Ci dessous un Rhizophysa d'un 15ème de centimètre. 



Neoclinus blanchardi